Project Description
Personal Data & the City. La visualizzazione come strumento per la progettazione del benessere individuale e collettivo
La vita quotidiana è caratterizzata dall’interazione con un flusso sempre maggiore di informazioni; la diffusione esponenziale di sensori sempre più miniaturizzati ed economici e la loro facilità di connessione ad Internet producono una grande quantità di dati, dando origine a quella che viene chiamata “datizzazione” della realtà. I dati abbracciano campi differenti, ma molti riguardano la sfera personale dove, in un contesto sempre più ampio di Quantified Self, le persone registrano e tracciano volontariamente le informazioni, archiviando eventi e fatti quotidiani in modo spesso meticoloso. Quella che infatti inizialmente era solo una pratica seguita da pochi, ora sta catturando l’interesse di chiunque voglia monitorare aspetti della vita su cui poi riflettere, andando oltre il più comune fitness, e includendo, tra gli altri, settori come la mobilità e la salute. La ricerca si è concentrata sui dati personali e sulla loro visualizzazione; particolare attenzione è stata posta sulla relazione tra i dati urbani e dati che i soggetti possono facilmente raccogliere grazie all’utilizzo di smartphone o wearable device. L’analisi ha visto quindi un iniziale approfondimento generale su tematiche quali big data e data visualisation, per poi concentrarsi sulla raccolta e comunicazione dei dati personali. Tutto il percorso è stato condotto seguendo la metodologia Systemic Innovation Design sviluppata dall’Innovation Design Lab all’interno del Dipartimento di Architettura e Design. Obiettivo finale era quello di individuare modalità atte a valorizzare i dati tracciati dai singoli individui, restituendoli agli stessi con l’obiettivo di attivare riflessioni, nuovi comportamenti e incentivare il benessere personale. Tuttavia, se da un lato è possibile utilizzare i dati personali per conoscersi meglio, aiutando le persone a riflettere sui dati, estrarre intuizioni significative e attivare cambiamenti positivi, dall’altro lato i dati personali possono essere utilizzati per leggere al meglio la città; come le persone utilizzano gli spazi pubblici e le infrastrutture, così come i pensieri dei cittadini sugli spazi pubblici potrebbero consentire una migliore comprensione dei bisogni degli utenti aiutando la creazione di nuovi progetti che meglio soddisfano tali bisogni. In questo modo i dati personali diventano uno strumento per promuovere la salute e il benessere personale e, allo stesso tempo, lo sviluppo e la sostenibilità della comunità e dell’ambiente. La ricerca ha quindi ampliato la visualizzazione dei dati personali nel contesto urbano, al fine di aiutare i cittadini ad essere meglio informati sull’ambiente, offrendo opportunità di riflessione sui propri impatti e sulle possibili implicazioni future, partecipando, allo stesso tempo, alla creazione di una città intelligente e sostenibile. Società e città diventano così raccoglitori di informazioni e allo stesso tempo fornitori di nuovi dati, utili per l’interpretazione di quanto accade sul suo territorio, sullo sviluppo delle sue imprese, sul movimento delle persone, con la capacità di costruire team che non coinvolgono solo analisti e data scientist, ma integrano competenze in grado di leggere i dati per la progettazione e la costruzione di nuove policy.
Personal Data & the City. La visualizzazione come strumento per la progettazione del benessere individuale e collettivo, è un progetto di ricerca a cura di Barbara Stabellini supervisionato da Paolo Tamborrini, in collaborazione con il Centro Ricerca e Innovazione TIM e Urban Complexity Lab presso la Fachhochschule Potsdam (University of Applied Sciences), realizzato all’interno del Programma di Dottorato in Gestione, Produzione e Design (XXXI Ciclo).